Cosa c’è che non va?
“Cosa c’è che non va?” Questa frase sembrò risuonare nella mia testa come la voce di un naufrago in mare, smarrita fra le onde dei miei pensieri. Rabbia, desiderio di non essere in un piccolo e merdoso pub di periferia, una copia senza stile di un vero pub inglese. La birra stava lì a fissarmi e quella voce – la voce del mio miglior amico – mi apparve lontana e atona, finchè non si ripresentò una seconda volta, come a rompere un incanto.
“Allora cosa c’è che non va? Su parla è da un’ ora che siamo qui e non hai nemmeno detto una parola.” Questo mi diceva osservandomi coi suoi occhietti da gatto e una testolina tonda, così tonda, che se avessi potuto prenderla in mano e pulirla dai pochi capelli sarebbe potuta essere una sfera ideale. Presi un sorso di birra per farmi forza, e alla fine replicai cacciando fuori le parole come se fossero tante grida di rabbia e disperazione. “ E me lo chiedi? Sei stato tu a farmi conoscere quella maledetta Sara oppure no ? “ Qui il mio amico fu quasi colto di sorpresa dal mio dire e guardandomi con quello sguardo da eterno bambino che aveva quando veniva preso alla sprovvista così mi rispose “Ma chi la Genziani? L’ amica della Rita? Ma va! Ma non lo sai che è fidanzata con il Florenzi?” Qui mi ci volle un secondo sorso per non farmi prendere dalla rabbia e un sorso ancora per non mandar a fanculo trent’ anni di amicizia in un sol colpo, con tutti gli imprevisti della situazione.
“ No guarda lo sapevo eccome, dopo cinque minuti mi aveva dato tutti i suoi dati personali, foto su facebook, foto su instagram, tutti i suoi numeri e quelli del suo amore, tuttavia non è questo che ti rimprovero o almeno non sei te che biasimo, ce l’ ho con me stesso perché per l’ ennesima volta mi son confidato con la persona sbagliata. Avrò il diritto di essere incazzato con me stesso o no?” Quindi conclusi posando il magico bicchiere, ormai increspato dal poco di schiuma che era rimasto.
“No dai cos’è successo?” Questa voce sembrò venire da lontano, richiamandomi alla realtà, una realtà nella quale non sarei voluto tornare per tutto l’ oro del mondo.
“ Lo vuoi proprio sapere?” e alla sua faccia fra il sì affermativo e un enigmatico sguardo risposi “Va bene ti accontento, ci siamo parlati quella sera e poi la sera dopo, mi ha fatto l’ elenco delle sue virtù e quelle del suo amore, che era ancora vergine quando l’ ha conosciuto e già qui mi sarei dovuto allarmare”.
“Perché?, aveva paura che fosse gay?, ma la Genziani è così bella che credo potrebbe piacere anche a loro, hai visto le sue foto su instagram, quella al bagno Oreste? E quella vestita da coniglietta?” E qui cominciò a fare una serie di gesti osceni come a corredo delle sue parole
“Sì appunto ci stavo arrivando, dicevo che solo un cervello di gallina si esprimerebbe così, ma poi hai visto che razza di denti si ritrova e che mento ridicolo?” Qui rimasi sul vago e omisi di dire che denti e mento erano in stretto rapporto da un punto di vista medico, non l’ avrebbe mai capito.
“Vabbeh dai ma anche da fidanzata una scopatina con lei te la saresti fatta no? Da quant’è che non… ehm ehm”.
“Caro il mio indiscreto sai già la risposta alla tua domanda, non vado a letto con nessuna da quando mi son lasciato con la mia ragazza. Dubito però che vorrei scoparmi una come la Genziani e ora te lo spiego: poco dopo abbiamo parlato anche di cose serie, sul fatto che io non volessi metter su una famiglia, per colpa della crisi e di tanti altri problemi, e sai cosa mi ha suggerito quell’ oca giuliva ben vestita e truccata?”
“Cosa?”
“Di farmi fare una bella vasectomia, che ci sarebbe stata poi una comunity di supporto pronta per me, per sostenermi dopo essermi fatto castrare come si fa con i cani o i gatti, questa è stata la sua profonda riflessione!”
Il mio amico rise e qui mi guardò con un misto di compassione e disprezzo, ma presto arginò le sue emozioni visto che ripresi subito il filo del discorso “No dai ne riderei pure io, se non fosse che la mia ex i figli non può averli davvero e per questo motivo è finita un mese a piangere in depressione, ma io mi chiedo cosa ha nella testa una tipa così che si permette di dire simili cose a un perfetto sconosciuto?”
Qui sembrò quasi che calasse un silenzio di tomba fra me e il mio amico, non avevo parlato a lui spesso del mio difficile rapporto di coppia, e di quando avevo rivisto per l’ ultima volta Mara, l’ unica donna che avevo amato. Allora ero giovane, troppo giovane e molto diverso dal cinico bastardo che sono oggi, ma un poco di amore mi è rimasto nel cuore e sentir che aveva pianto per un dolore mai confessato mi faceva male. E quella stupida senza cervello della Genziani mi aveva chiesto così – senza filtri o censure – perché non mi ero fatto sterilizzare da un medico. Le auguro di non provar mai un simile dolore sulla sua pelle. Cioè, io mi chiedo: cosa porta una persona a formulare frasi così dure a un perfetto sconosciuto? Cosa si vuol ottenere umiliando così senza motivo? Potrei farlo pure io, sarebbe facile, basterebbe smontare quella facciata di falsa bellezza che si è creata, basterebbe dirle: “Tesoro ti senti tanto bella, ma per me sei solo l’ ennesima scatola di cioccolatini vuota, bella fuori e il nulla dentro” e se proprio ancora non capisse: “Mia cara credi di esser bella ma fra quei denti storti e quella bazza deforme che mi ricorda un po’ Totò non so se ridere o piangere ogni volta che ti vedo”. E qui partirebbero gli strali, la violenza verbale, io sarei quello cattivo, che brutto nel suo mondo popolato di fate e unicorni lo sono già. Già il suo mondo ideale: un mondo dove lei e quel coglione del suo amore sono sposati e sfornano bimbi, per fortuna non hanno un quattrino e non si son ancora sposati, ma presto o tardi accadrà. O se non sarà lui il fortunato – perché la costanza a questo mondo è merce rara – un coglione a caderci non mancherà di sicuro. Sì perché gli imbecilli, gli stupidi e i limitati da madre natura come lei hanno maggiori probabilità di perpetuare una specie, quella umana, che diventa sempre più inutile di generazione in generazione. In questo nucleo di pensieri poi non va ignorato quel concetto infantile di bello che ha portato quest’ oca senza penne ma molto pelo – e a ciò provvede con depilazioni laser e cerette asssassine – a decider che io fossi brutto e meritevole di simili parole; non che non ci fossi già passato, anzi, ma possibile che la mia vita sia un dannato gioco dell’ oca, dove si riparte sempre dalla prima casella? Questi erano i pensieri in cui mi ero perso, mentre uscii da quel pub affiancato dal mio amico o da un suo simile, tanto per me in quel momento non faceva alcuna differenza.
Scritto da Luigi Peruzzi