Pensieri sparsi

Perchè nel 2020 dobbiamo ancora scrivere lettere?

Viviamo nell’era digitale, fatta di pensieri frenetici, informazioni lette di sfuggita (e spesso travisate), preferiamo inviare un meme su Whatsapp piuttosto che trascorrere un poco di tempo a chiacchierare con una persona che, magari, non vediamo o sentiamo da tempo. A volte, però, tutto questo non basta.

Stiamo rischiando di perdere del tutto la parte più vera e profonda che ci appartiene: quella legata ai sentimenti. Proviamo a fermarci un attimo e riflettere. Quando è stata l’ultima volta che abbiamo espresso felicità, gratitudine, rabbia, timore o cordoglio nei confronti di qualcuno a cui teniamo? E come lo abbiamo fatto?

Ci stiamo abituando all’idea che “less is better”. Se, in alcuni casi, si tratta di una formula che funziona, in altri non è la migliore delle soluzioni. E in questo i Social Network non ci stanno aiutando. Ben inteso: non tutto ciò che ruota intorno ad essi è opinabile. C’è chi ne fa buon uso, creando pagine o gruppi interessanti o divertenti, chi utilizza il proprio profilo come un vero e proprio blog raccontando di sé e ragionando con i propri followers (che pessima parola!). Purtroppo, però, il vero trend è un altro. Frasi fatte, fake news, selfie, una gara continua a chi ha più “mi piace” sotto al proprio post. Ma è proprio questo che vogliamo? E’ davvero così che desideriamo coltivare i nostri rapporti interpersonali?

Eppure c’è una comunità che vive al di fuori di questi schemi. Persone di qualsiasi sesso, età, religione, cultura e provenienza geografica che non hanno mai smesso di credere al potere magico delle parole. E ne scrivono a migliaia, ogni settimana, su fogli bianchi o decorati, con penne blu o multicolore, con grafie tondeggianti, lineari, strette strette, un po’ tremolanti. Ogni lettera racconta una storia, un’emozione, un pensiero. Non importa quanto tempo ci metterà ad arrivare quella lettera al destinatario perché quando verrà finalmente ricevuta la sensazione di tenerla tra le mani sarà impagabile.

Io faccio parte di questa comunità sin dai tempi delle scuole medie. Da allora sono trascorsi quasi 25 anni, litri di inchiostro, risme di fogli, migliaia di immagini colorate e stickers, stipendi spesi in francobolli. E con molti amici di penna sono nati anche rapporti meravigliosi “dal vivo” sfociati in incontri che continuano a ripetersi ogni volta possibile.

Cosa hanno le lettere di speciale, di diverso? La capacità di rendere visibile una piccola parte della nostra anima. Riusciamo ad esprimere concetti che, a voce, risulterebbero troppo complessi. Mettersi davanti ad un foglio bianco è terapeutico, per noi e per chi ci legge. Tutto ciò non deve essere però utilizzato a discapito dell’egoismo poiché, come in qualsiasi relazione interpersonale che si rispetti, i discorsi non devono essere a senso unico. “Io, io, io” è una formula che non funziona. C’è un momento in cui parlare di noi ed uno in cui dare spazio alle emozioni dell’altro ma questo concetto, in questo periodo storico, sta scomparendo, ve ne siete accorti?

Io vi suggerisco di provare a dare un senso a tutto questo. Di prendere carta e penna e scrivere a quella persona che non vedete da tanto tempo. Di raccontarle di quanto vi manca, o anche di quanto vi ha fatto arrabbiare l’ultima volta che vi siete sentite. Scrivete alla vostra compagna, per ricordarle i momenti belli trascorsi assieme e spiegarle che cosa sentite quando la abbracciate. Scrivere a vostro padre per ringraziarlo di tutto quello che ha fatto per voi in questi anni. Scrivete all’amica di una vita, con la quale avete vissuto un’infanzia meravigliosa ma con la quale ora vi scambiate soltanto qualche “mi piace” su Facebook o i cuoricini su Instagram. Scrivete al vostro professore del liceo, alla dottoressa che vi ha curato e sostenuto durante una malattia difficile.

La nostra vita è costellata da persone che ci hanno regalato emozioni, nel bene e nel male. Trattenere quelle emozioni ci porterà, col tempo, a dover sostenere pesi troppo gravi anche per le spalle più robuste. Non dobbiamo temere di fare uscire il nostro vero io, è un “lusso” che non possiamo permetterci.

Scrivete. Adesso. Non date alcun sentimento per scontato. E se non avete nessuno a cui scrivere iniziate dalla persona che più vi è vicina in questo momento. Non avete idea di quanto vi farà stare bene.

Una lettera, nel momento in cui la infili nella busta, cambia completamente. Finisce di essere mia, diventa tua. Quello che volevo dire io è sparito. Resta solo quello che capisci tu.


Cathleen Schine – La lettera d’amore

Un Commento

  • Nataša Cvijanović

    Condivido tutto. Giorni fa una signora ha scritto sul post di un mio corrispondente: “Che cosa antica, quella delle lettere!” Le ho risposto che, in realtà, siamo un piccolo e colorato esercito di epistolografi, e che continuiamo così, conquisteremo il mondo 💌

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