Ignoto Militi
Neofolk – Martial Industrial * Friuli-Venezia Giulia
Inauguriamo la nostra rubrica dedicata alle interviste presentandovi gli Ignoto Militi, una nuova realtà nel panorama Neofolk e Martial Industrial italiano.
Ciao ragazzi, innanzitutto grazie mille per essere qui con noi. Che ne dite di iniziare questa chiacchierata parlandoci del vostro progetto?
Matteo: Il progetto Ignoto Militi è nato nella mia testa nel 2014 mentre il mondo, e l’Italia l’anno seguente, si preparava a commemorare il centenario della Grande Guerra. Ne ho subito parlato con Simone, anche lui appassionato al tema, specificando che si trattava di un “mi piacerebbe fare in futuro”. Nel 2018 siamo tornati sull’argomento e abbiamo gettato le basi per quello che stiamo facendo ora. Il nostro manifesto potrebbe riassumersi con la famosa frase propagandistica “Tutti eroi! O il Piave o tutti accoppati!”: tutti quelli che presero parte a un conflitto del genere sono degli eroi, a prescindere dalla loro nazionalità, dalle loro imprese o dalle loro medaglie. Nessuno può rappresentare questi eroi (militari ma anche civili) meglio del Milite Ignoto, il ragazzo senza nome, pianto da tutti e da nessuno. Quel ragazzo caduto guidando un assalto, quello disperso dopo un bombardamento, quello tremante al riparo in un rifugio, quello morto di fame in prigionia, quello ingiustamente fucilato dallo stesso Stato che voleva costringerlo a combattere. Questi sono i volti e le storie che vogliamo raccontare e ricordare attraverso i nostri pezzi, che alternano martial industrial, dark ambient e neofolk. Al momento stiamo lavorando senza fretta e con molta cura ad un album, che ci piacerebbe pubblicare quest’anno, la cui lavorazione è iniziata a fine 2018. Nel frattempo potete trovare alcune cover tramite i nostri canali digitali.
Premesso che con noi giocate in casa, permetteteci una domanda per coloro che ancora non conoscono questo genere o ci si stanno avvicinando per la prima volta: qual è il motivo principale per cui consigliereste di ascoltare o suonare Neofolk e Martial Industrial?
Simone: Il sottogenere nasce ad inizio anni ‘80 dalla scena post punk/dark wave e dai primi vagiti della musica industrial. I massimi esponenti rivisitano la musica tradizionale europea contaminandola con le nuove sonorità del decennio dando una visione romantica del decadentismo occidentale, e non solo. I temi simbolo del genere ruotano attorno alle cause del suddetto decadentismo passato e presente, alla politica più estrema non negli ideali ma nel modo di comunicare, alle religioni e all’esoterismo, alla letteratura, il tutto presentato con un canone estetico e poetico molto tradizionalista. Personalmente ho iniziato ad ascoltare neofolk perchè amo le divise…ahahahahah, più che altro per andare a riscoprire un passato storico-culturale per arricchire il mio bagaglio di conoscenze e formare il mio presente.Il motivo principale per il quale consiglio di ascoltare questo genere è perchè, anche se passa spesso inosservato persino negli ambienti della musica underground alternativa, ha molte cose da dire e da raccontare se ascoltato con attenzione.
Quali sono i vostri artisti musicali e letterari di riferimento?
Orchestral Manoeuvres in the Dark, Laibach, Death in June, Ianva, Rome, Spite Extreme Wing, Arditi. Per quanto riguarda le fonti letterarie, c’è la memorialistica e la saggistica di guerra, i vari poeti e artisti che hanno vissuto il periodo storico trattato. Non escludiamo i romanzi e film storici, i nomi da citare sarebbero tantissimi e riempirebbero pagine infinite.
Come vedete al momento la scena underground in Friuli-Venezia Giulia?
La regione è più vasta di quello che sembra, quindi noi possiamo parlarvi della parte che conosciamo e frequentiamo. La scena underground è variegata e ricca di band molto valide, soprattutto per quel che riguarda il metal estremo. Nell’ambiente però mancano punti di riferimento che sostengano e portino avanti un ideale di creatività. Piccole realtà come alcuni locali e festival, sembrano però lasciare un piccolo spiraglio di buoni propositi per il futuro. Però finché si continuerà a tenere gli occhi e le orecchie in direzioni mirate a soli interessi di lucro, non si vedrà una nuova alba artistica in regione.
5 dischi e 5 libri (a testa) da portare sull’isola deserta.
Libri:
- Factory Records: The complete graphic album (Matthew Robertson)
- Il colore venuto dallo spazio (H.P. Lovecraft)
- La libertà degli uguali (Michail Bakunin)
- Il signore degli anelli (J.R.R. Tolkien)
- La caduta dei giganti (Ken Follett)
- Disobbedisco. Cinquecento giorni di rivoluzione (Giordano Bruno Guerri)
- Joy Division. Tutta la storia (Peter Hook)
- Quel giorno a Gorizia (Aurelio Baruzzi)
- Tartarughe divine (Terry Pratchett)
- American gods (Neil Gaiman)
Dischi:
- Movement (New Order)
- Disobbedisco! (Ianva)
- Organisation (Orchestral Manoeuvres in the Dark)
- Vltra (Spite Extreme Wing)
- The deepest roots and darkest blues (Woods of Ypres)
- But, what ends when the symbols shatter? (Death in June)
- Blood, sweat and no tears (Sick of it all)
- La malavita (Baustelle)
- Comunque vada sarà un successo (Piotta)
- Ashes against the grain (Agalloch)
Un ultima domanda prima dei saluti: come vi collocate nell’Ultima Onda?
Siamo persone che preferiscono passare le giornate in un museo o seduti in riva al fiume piuttosto che accrescere il proprio ego pubblicando selfie con un panino del McDonalds in bocca. (Siamo quelli che preferiscono i porno col pelo, dice Simone. Ma non pubblicarlo) (NdR: ma noi lo pubblichiamo ugualmente poichè il pelo ci piace.) Cavalchiamo l’Ultima Onda in quanto sola igiene di un mondo alternativo che di alternativo non ha più nulla. Essere alternativi è ormai la norma, in un epoca dove l’indie è diventato pop e le IPA sono la nuova bionda normale. È tutta una gara a chi ha i capelli più colorati, a chi ha gli anfibi più alti, a chi è più tatuato, a chi considera la sua dieta più sana, a chi ha preferenze sessuali più fluide, il tutto per l’ambito premio del pollice alzato… premio consegnato da persone alle quali non frega assolutamente nulla di chi sei, basta mettere il cuoricino. Credi in ciò che vuoi, sii ciò che sei, segui la tua strada.
Ringraziamo The Last Wave per averci concesso questa opportunità. A presto!
Giorni e giorni di trincea
a scavare gallerie
nere e lunghe come la notte
le mie lacrime per te.
Cade neve sopra neve
tira il vento su di me
in un turbine d’argento
tornerò vicino a te.
“Neve su neve”, Massimo Bubola