Interviste

Mauro Petrarca

Poesia e cantautorato * Abruzzo

Questa settimana abbiamo incontrato per voi, seppur al momento solo virtualmente, Mauro Petrarca. Poeta e cantautore cimiteriale (come lui stesso ama definirsi), ha catturato la nostra attenzione diverso tempo fa quando ci siamo imbattuti nel video di “Marta la Cornacchia” – di cui vi consigliamo questa versione registrata per Abruzzolive TV . Abbiamo quindi deciso di conoscere meglio questo artista, una vera e propria piacevole sorpresa in un paese come il nostro in cui, sicuramente, approcciarsi ad un certo tipo di tematiche in musica non è mai stato semplice. Mauro ci piace perchè è dissacrante, ironico ma allo stesso tempo profondo, capace di dipingere immagini evocative, a tratti colme di inquietudine pur nella loro semplicità.

Ciao Mauro, grazie mille per aver accettato questa intervista! Documentandoci su di te siamo venuti a conoscenza della tua formazione musicale di stampo classico. Credi che sia più importante questa o la cosiddetta “musica leggera” (per intenderci, quella che va dal punk a Castellina Pasi)?

La musica leggera, che poi spesso tanto leggera non è, ha il pregio di dover sempre rispondere di quello che fa. Tutti la possono giudicare, quindi non ci sono scuse: l’autore deve parlare chiaro e rimettersi al giudizio di tutti. La musica cosiddetta colta, invece, passa attraverso altri canali: i modelli di riferimento sono colossi consegnati alla storia, che tutti conoscono per nome ma non per fattezze artistiche.

Come nasce l’esigenza di mettere in musica i tuoi versi? Quando hai iniziato a scrivere?

Scrivo da tanti anni, ero un inquieto e inquietante adolescente quando ho iniziato. Oggi scrivo molto meno di allora, ma tutto è più mirato e mi sembra avere maggior equilibrio.

In alcuni brani abbiamo intercettato dei richiami a De Andrè: ci sbagliamo? Chi sono le tue fonti ispirative musicali e letterarie?

Si, De Andrè mi ha profondamente segnato. Come lui, Pirandello e Svevo, e poi i poeti crepuscolari italiani di inizio ‘900…

Pensi che vedremo ancora artisti autentici, capaci di raggiungere un buon numero di persone come ai tempi del cantautorato o siamo destinati ad un intrattenimento tossico e all’arte usa e getta?

Purtroppo penso alla seconda, sigh…

Pensi che si possa riporre speranza, ai giorni nostri, nella provocazione?

Tutta l’arte dovrebbe essere rottura e provocazione. L’intrattenimento può essre gradevole, piacevole, ma l’arte è tutt’altro.

Visto il nostro “manifesto”, come ti collocheresti all’interno dell’Ultima Onda?

Mi piace la vostra citazione di Palazzeschi. Nel mio piccolo, ho portato musica e poesia in diversi dove della cultura nazional-popolare italiana, quindi ci lasciamo proprio con i suoi versi: “Il vero poeta moderno dovrebbe scrivere sui muri, per le vie, le proprie sensazioni e impressioni, fra l’indifferenza o l’attenzione dei passanti.”

Infine, come richiesto, segnalo un mio brano. é la mia ultima incisione, semi-domestica: La Befana

Mauro Petrarca

La morte vi chiederà tutto e poi vi butterà in un fosso. La morte anche vi chiederà una fetta di culo vicino all’osso.

da “50 rime di morte”, Mauro Petrarca